Il gatto domestico (Felis catus o Felis silvestris catus ) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglai dei felini.
Si contano una cinquantina di razze differenti riconosciute con certificazioni.
Territoriale e crepuscolare, il gatto è un predatore di piccoli animali, specialmente roditori. Per comunicare utilizza vari vocalizzi (più di sedici), le fusa, le posizioni del corpo e produce dei feromoni. Prevalentemente domestico, il gatto può essere addestrato ad accettare istruzioni semplici e può imparare da solo a manipolare svariati meccanismi, anche complessi, tra cui le maniglie delle porte o le chiusure delle gabbie.
È il felino col più vasto areale nel mondo e con la popolazione più numerosa, protagonista anche di fenomeni di inselvatichimento così ampi da determinarne l’inclusione nella lista delle cento specie invasive più dannose da parte dell’ Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Per questo in Italia i gatti che vivono in libertà devono essere obbligatoriamente sterilizzati a cura dell’autorità sanitaria municipale competente, come indicato all’articolo 2 comma 8 della legge 14 agosto 1991, n. 281, Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo.
Il nome italiano gatto deriva dal latino medievale gattus (VIII sec)
La temperatura corporea del gatto oscilla fra i 38 e i 38,5 °C. La frequenza respiratoria normale è di 10/20 respiri al minuto e quella cardiaca di 110/140 battiti al minuto.
Il suo corpo è molto agile, flessibile e massiccio, tale da consentirgli di camminare molto silenziosamente e di spiccare grandi salti; le sue unghie protrattili (nella condizione ordinaria di riposo si trovano nascoste e sono estratte solo all’occorrenza) gli permettono di arrampicarsi e di afferrare con grande agilità. Lo scheletro è formato da 250 ossa. Le vertebre del collo sono corte e la colonna vertebrale molto mobile. La clavicola dei gatti, come per tutti i felini, è piccola e collegata allo sterno unicamente da un legamento: ciò gli conferisce una grande mobilità visto che le spalle possono muoversi indipendentemente. Le vertebre caudali prolungano la colonna; il loro numero è variabile in funzione della razza.
La coda ha un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio. Le zampe anteriori terminano con cinque dita fornite di artigli protrattili, formati da cheratina, ma solo quattro di essi toccano il suolo, visto che il quinto dito, detto “sperone”, resta di fianco. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, terminano con quattro dita fornite anch’esse di artigli protrattili. I cuscinetti sono costituiti da membrane elastiche che gli conferiscono un’andatura silenziosa. Sotto le zampe, come nel muso e sopra gli occhi sono anche presenti le “vibrisse” che hanno la funzione di controllare l’equilibrio del felino. I muscoli dorsali sono molto flessibili e quelli delle zampe posteriori molto potenti.
Queste specifiche conferiscono all’animale una grande agilità e un’ampiezza quando salta: può saltare a un’altezza cinque volte superiore alla sua statura. Nella corsa può raggiungere i 50 km/h e percorrere 100 m in sette secondi, ma non è un corridore di lunghe distanze e si stanca molto velocemente.
Contrariamente a quello che generalmente si pensa, tutti i gatti sanno nuotare molto bene e non esitano a gettarsi in acqua se costretti.
Un gatto pesa in media tra i 2,5 e i 4,5 kg e misura da 46 a 51 cm senza la coda che misura dai 20 ai 25 cm.
Come tutti i carnivori, l’ultimo premolare superiore e il primo molare inferiore formano i cosiddetti “ferini”. Questi permettono ai gatti di strappare il cibo, grazie ai potenti muscoli fissati alle pareti laterali del suo cranio, inghiottendo senza masticare. La mandibola del gatto è fatta in modo che, pur consentendo unicamente una masticazione verticale, ha il vantaggio di permettere un effetto a forbice. L’osso ioideo è ossificato internamente: ciò permette al gatto di fare le fusa, ma non di ruggire. Contrariamente all’uomo, il gatto mastica poco e il processo di digestione comincia nello stomaco e non in bocca.
Lo stomaco del gatto è piccolo (circa 300 millilitri), ma possiede un’acidità molto elevata che è utile anche come mezzo di prevenzione delle infezioni digestive. I suoi reni sono così efficienti da consentirgli di sopravvivere a una dieta basata solo su carne, senza ulteriore acqua, o da permettere di idratarsi anche bevendo acqua di mare.
Il suo intestino piuttosto corto (circa un metro per l’intestino tenue e da 20 a 40 cm per il colon) è tipico dei cacciatori di piccole prede. Il sistema digestivo del gatto è anche poco adatto alla varietà alimentare, che gli può causare delle diarea e dei vomito. Infine il transito degli alimenti nel sistema digestivo dei gatti è rapido: tra le dodici e le quattordici ore.
La colorazione differenziale della sua pelliccia dipende dall’inattivazione selettiva di cromosomi X nelle sue cellule, che portano alleli diversi per il colore del pelo. La sordità, ad esempio, è una malattia molto comune nei gatti bianchi a causa di una predisposizione genetica (gene W). I gatti bianchi più colpiti sono generalmente quelli con gli occhi azzurri, sempre a motivo dello stesso gene W. Il colore del pelo è molto vario in funzione delle razze: si va dalle razze a pelo lungo fino a razze quasi del tutto senza pelo come lo sphynx.
Il gatto è un animale il cui addomesticamento è relativamente recente. Le prime tracce di addomesticamento sono state trovate in Cina e risalgono al 5300 a.C.
Per questo conserva una sua naturale diffidenza e indipendenza. Fra i gatti non esiste una struttura gerarchica come nei cani, dunque il loro rapporto con gli umani è diverso: l’essere umano viene considerato come una madre sostitutiva che procura cibo e garantisce protezione. Il gatto infatti è un animale più legato al territorio che non al branco, a differenza del cane, ma non per questo non può provare affetto verso le persone, e può anche essere protettivo. Nella maggior parte dei casi il suo atteggiamento verso il padrone è affettuoso e dolce in particolar modo se allevato da piccolo.
Il gatto può inoltre manifestare il proprio affetto verso il padrone facendo le fusa e allungando le zampe. In tali momenti resta con gli occhi chiusi e il padrone rappresenta per lui la vera madre.
Un altro modo di riconoscere l’umano come una “mamma” è quello di grattare il torace o un’altra parte del corpo del compagno umano con le zampe anteriori. Questo comportamento è detto “fare la pasta” (o “fare la panettiera”), in quanto le zampe si muovono come le braccia di un uomo quando impasta la farina, ed è un’azione tipica dei gattini sotto allattamento che in questo modo stimolano la lattazione dalle mammelle materne. Non è sempre un comportamento gradito agli umani, in quanto eseguito con le unghie sfoderate, ma va considerato comunque una dimostrazione di affetto in quanto viene appunto proiettata sul padrone la figura materna. Può talvolta essere eseguito su oggetti, ad esempio vestiario, appartenenti al padrone oppure sulla base di appoggio quando riceve coccole particolarmente gradite.